Teoria della Dinamica elettromagnetica
 in celle geomorfologiche circolari

 



di Marisa Grande

OSCILLAZIONI ANOMALE DELLA TERRA
L’iter che ho svolto per pervenire ad un modello di griglia geo-elettromagnetica modulare della Terra e all’individuazione di una dinamica dell’elettromagnetismo all’interno di celle geomorfologiche ha riguardato la connessione tra conoscenze di diverse discipline.
Fondamentale si è comunque rivelato lo studio relativo al megalitismo.

All’interno delle molteplici funzioni svolte dai megaliti vi è anche quella di fungere da catalizzatori ed equilibratori dell’elettromagnetismo, per cui la loro disposizione geodetica seguiva la forma circolare di celle geomorfologiche naturali, per rendere coerenti le linee di flusso elettromagnetico emesse dai loro centri.(1)

Fig. 1: Italia, penisola salentina. Connessione
tra megalitismo e celle geomorfologiche circolari.

L’intervento geodetico dei costruttori di megaliti derivava dalla conoscenza di un ancestrale “codice” di origine astronomica, tramandato attraverso le simbologie espresse nell’arte sin dal Paleolitico.

Gli antichi ideogrammi in esso criptati rimandavano ad un’alternanza tra ordine e caos, che l’umanità aveva sperimentato ad intervalli millenari e che sono ancora utili per far comprendere molti fenomeni fisici distruttivi che interessano il pianeta (2).

Tale antica conoscenza era riferibile ad eventi che noi oggi possiamo ascrivere ad un incremento di emissione di elettromagnetismo irradiato dal nucleo terrestre, in rotazione forzata per l’azione frenante dell’asse terrestre eccessivamente inclinato.

La tendenza ad una sempre maggiore inclinazione dell’asse, fino ad un massimo di 24.5 gradi, caratterizza le fasi conclusive di ogni stagione precessionale di oltre sei millenni, condizione che l’umanità ha sperimentato nei millenni XI e V a.C., a conclusione delle stagioni retrograde “autunno” ed “estate” precessionale.

L’inclinazione assiale eccessiva imprime alla Terra un andamento ampiamente oscillante, creando analemmi molto accentuati, da “effetto trottola” caotico. Tale fenomeno si rivela distruttivo, poiché la Terra capta anche le onde di flusso aereo delle polarità sud, orientate dal Polo Sud verso il Polo Nord, facendole interagire in modo caotico con le onde di flusso sotterraneo di polarità nord, che procedono in senso inverso.

Tra i fenomeni geologici rilevanti che caratterizzano le fasi di oscillazione caotica della Terra vi sono gli scontri tra le placche della sua litosfera per un’accentuata loro deriva sull’astenosfera, resa più fluida dal calore endogeno proveniente dal nucleo terrestre posto sotto sforzo dall’asse inclinato. L’attrito generato tra il nucleo e la base del mantello fa risalire verso la superficie del pianeta i minerali fusi inabissati della crosta terrestre, insieme ad energia termica ed elettromagnetica, in una circolarità continua che avviene attraverso moti convettivi all’interno del mantello. Questi aumentano la quantità di magma dei punti di fuoco degli innumerevoli vulcani attivi e non attivi del pianeta e delle estese caldere dei supervulcani, (Jellowstone nel Nord America, Campi Freglei in Italia…). Fuoriescono anche dalle lunghe fenditure della crosta terrestre, quali le dorsali oceaniche sempre attive, come l’atlantica e la pacifica, o riaprono le fenditure sub-aeree responsabili delle coperture basaltiche, come quella attiva delle Isole Hawaii o come quella che 250 milioni di anni fa creò il “Trappo basaltico siberiano” e portò all’estinzione molte specie viventi del pianeta.

Forti terremoti ed esteso vulcanismo accompagnano infatti un accentuato “effetto trottola” della Terra, fino a quando questo non risulta ridotto nella sua estensione da una risalita dell’asse verso una verticale ideale, ad opera di un richiamo gravitazionale dovuto all’azione del Sole e della Luna e rafforzato da rari allineamenti di pianeti interposti tra Sole e Terra. Il nuovo assetto di verticalizzazione dell’asse accelera il moto di rotazione e stabilizza la Terra su una nuova posizione orbitale, che la fa uscire dallo stato caotico precedente.3

L’intervento nel mondo dei costruttori di megaliti scaturì infatti dall’esperienza dell’alternanza tra “caos e rinascita”. Essi agirono nell’intento di compiere un’operazione equilibrante per la Terra, rendendo coerenti le onde di flusso dell’elettromagnetismo per mezzo di minerali litici a buona conduzione magnetica.

I luoghi prescelti dai geomanti di quel avevano caratteristiche energetiche, le stesse che ricercarono anche i sacerdoti-astronomi delle civiltà successive.

Su quegli stessi luoghi, se pur con lo scarto angolare di uno slittamento sul territorio determinato da un nuovo allineamento astronomico necessario per l’adeguamento al moto retrogrado precessionale, furono costruiti in epoca storica templi pagani di varie religioni e chiese cristiane, ossia monumenti dalle proporzioni armoniche e corredati da ornamenti in minerali nobili, impiegati per le loro proprietà di buoni conduttori.

Megaliti, marmi pregiati ed ori avevano perciò il compito di emettere le risonanze giuste, quelle necessarie ad equilibrare l’energia elettromagnetica del luogo, ai fini di contrastare il lento ed inesorabile andamento caotico di un effetto trottola anomalo e distruttivo della Terra.

Fig.2: Manifesto “Modelli archetipi in archeoastronomia”
presentato da Marisa Grande al “I Convegno S.I.A -Padova 2001”

LINEE SINCRONICHE DELLA TERRA
L’elettricità prodotta per attrito, a causa dello sforzo a cui l’asse inclinato sottopone il moto di rotazione del nucleo terrestre, s’irradia in tutte le direzioni ed è veicolata verso la litosfera da minerali ferrosi, aggregati tra loro per analogia di proprietà magnetiche già nella fase in cui il mantello terrestre era ancora semifluido.

I luoghi di fuoriuscita dell’elettromagnetismo dall’interno del pianeta, essendo stati determinati nella fase della formazione della Terra, nella quale tutte le masse erano plastiche e subivano moti di trascinamento e di avvitamento dipendenti dalla rotazione del nucleo, sono interconnessi e distribuiti con una precisa regolarità geometrica. Sono infatti i punti energetici che costituiscono i nodi di una griglia elettromagnetica a maglie romboidali (losanghe geodetiche ) che avvolge la superficie di tutto il pianeta, dalla cui interazione modulare deriva tutta la complessità della circolazione dell’elettromagnetismo all’interno di celle geomorfologiche circolari, esagonali ed in proporzione frattale.


Fig. 3: Linee sincroniche della Terra che compongono la griglia geo-elettromagnetica,
i cui nodi corrispondono ai centri energetici delle celle geomorfologiche.

La rete della griglia naturale geo-elettromagnetica è formata dalle “linee sincroniche”, ossia dalle evolventi elettromagnetiche, il cui modello teorico risponde alla descrizione che compie un punto fisso sulla superficie di una sfera interessata da un movimento di rotazione intorno al proprio asse.

Le linee sincroniche naturali della Terra sono rese più complesse rispetto al modello teorico, a causa del suo doppio moto oscillante di rotazione e rivoluzione intorno al Sole, anche se rimane coerente la regolarità con la quale si compongono le maglie della sua griglia elettromagnetica.

Fig. 3-4-5: Evolvente che collega il Polo Nord con il Polo Sud, descritta dal moto sincronico Terra-Sole.
Doppia evolvente sviluppata sul pianeta dal moto sincronico Terra-Sole.

Cella geomorfologica dell’Indonesia in espansione rispetto al centro energetico collocato nel Mare Meridionale Cinese, punto d’incontro molto attivo di due linee sincroniche della Terra (Elaborazione di Marisa Grande su mappa EMSC).

La serie di “doppie evolventi” che collega il Polo Nord con il Polo Sud, avvitandosi a passo costante sulla superficie sferoidale della Terra, compone un modello a “doppia elica”, simile a quello del DNA che caratterizza gli esseri che vivono in simbiosi con essa.

CELLE GEOMORFOLOGICHE
La Terra, attraverso miliardi di anni, ha subito e continua a subire un’espansione che ha fatto frammentare la sua litosfera. Le lunghe fenditure della crosta terreste, come le dorsali oceaniche, allontanano i bordi delle placche adiacenti, che si espandono per la continua fuoriuscita di magma che va ad aumentare la quantità di crosta terrestre. Per contraccolpo di tale dinamica di espansione, ai bordi delle placche si determinano linee di subduzione, che inabissano la vecchia crosta terrestre, la quale si fonde e riemerge in forma di magma attraverso l’attività eruttiva dei vulcani. Tale ciclo di rinnovamento della crosta terrestre è “orchestrato” dalla dinamica dettata dalle forze (gravitazionale, elettromagnetica e nucleare forte e debole) responsabili dell’equilibrio del moto sincronico della Terra rispetto al sistema solare, e di questo rispetto all’intero universo.

Il diretto rapporto tra il Sole, quale punto fisso, e la Terra, quale sferoide in movimento, è descritto sulla superficie terrestre dalle linee sicroniche a forma di “S” che compongono la griglia geo-elettromagnetica.


Fig-6

Fig-4: Linee sincroniche evolventi che compongono la griglia elettromagnetica naturale della Terra con maglie a forma di losanghe geodetiche, distinta dalla griglia convenzionale composta da meridiani e paralleli. I nodi della griglia corrispondono ai centri delle celle geomorfologiche circolari, all’interno delle quali l’elettromagnetismo irradiato dai centri energetici si diffonde con vibrazione armonica, la cui dinamica descrive forme regolari e modulari, già note agli antichi come figure archetipiche dellla geometria sacra (Elaborazione grafica di Marisa Grande per convegno S.I.A. 2002).

Ogni linea sincronica risulta attiva, ma tale caratteristica energetica è potenziata sui nodi della griglia, che emettono i flussi di elettromagnetismo generati dal centro della Terra e veicolati verso l’esterno da colonne di minerali buoni conduttori. Quei “centri energetici”, composti da minerali magnetici, propagano onde elettromagnetiche che si espandono ed, essendo nodi di una griglia, potenziandosi per onde di flusso in concordanza di fase, interagiscono tra loro secondo una dinamica regolata da precise geometrie modulari. Susseguendosi a passo costante lungo la serie delle evolventi sincroniche della Terra, i nodi energetici della griglia elettromagnetica costituiscono i centri di sfere di energia sature di elettromagnetismo e distribuite con regolarità sulla superficie della Terra.

A livello di litosfera l’energia emessa si espande in forma di onde concentriche attraversando i minerali rocciosi che all’origine si sono aggregati al centro magnetico, secondo l’ordine gerarchico guidato dalle loro proprietà di buoni o di cattivi conduttori. Si deduce che i minerali meno coesi tra loro, e quindi più friabili, siano stati destinati ad essere confinati ai margini di aree circolari e a costituire il materiale di rinnovamento della litosfera.

Secondo tale modello la superficie terrestre, interessata da bolle di energia in espansione, si configura con precisa regolarità geometrica come un sistema composto da macro-celle geomorfologiche circolari.

L’elettromagnetismo emesso dai centri di quelle celle geomorfologiche si pone, pertanto, all’origine della configurazione della litosfera, essendo responsabile dell’attività di espansione che modella il territorio, frantuma il materiale roccioso friabile e lo fa inabissare.

Fig. 4-5-6: La precisa geometria modulare e frattale, che si sviluppa in varie parti del mondo, interessa le aree intorno ai Polo Nord e Sud, là dove i centri delle celle geomorfologiche circolari rimandano ai poli fossili attivi nelle ere geologiche passate.

– Nel sistema circolare, modulare e frattale delle celle geomorfologiche, che generano cerchi di fuoco, sono evidenti quelli che delineano le coste dell’America centro-meridionale, con i centri energetici nel Golfo del Messico, nel Mare Caraibico e nel Bacino del Venezuela.

– La “Cintura di fuoco” del Pacifico corrisponde alla circonferenza periferica della macro-cella geomorfologica che include la zolla tettonica del Pacifico, che, espandendosi per irradiazione di energia dal centro, va in subduzione sotto le terre emerse che circondano il bacino oceanico. La crosta fusa fuoriesce poi in forma di magma dai vulcani attivi formati lungo il circuito delle aree costiere.

Le forze in atto sulla Terra, seguendo la dinamica di espansione dal centro energetico di ogni cella, si rendono perciò anche responsabili dell’attività tellurica e vulcanica e del corrugamento dei minerali elastici, da cui deriva l’orogenesi di archi di catene montuose o di archi di catene vulcaniche, noti anche come “anelli di fuoco”.

La compressione che subiscono le celle geomorfologiche circolari, per interazione con quelle circostanti di uguale dimensione, forma celle modulari esagonali. L’esagono inscritto in una cella circolare si determina, infatti, per la precisa intersezione di altre sei celle circolari di uguale raggio, fino a generare un sistema modulare di celle esagonali interconnesse, la cui complessità richiama forme archetipiche note nella “geometria sacra”.

Quando la forza di espansione di una cella circolare contrasta con la forza di espansione delle altre di uguale dimensione con le quali interagisce, influisce non solo sulla modificazione della forma di tutte, ma genera anche energia termica ed energia tellurica, vibranti secondo l’armonica “sei”, dettata dalla dinamica di circolazione energetica all’interno delle celle esagonali risultanti dall’interconnessione.

All’interno del cerchio, oltre all’esagono, si possono generare anche molte altre forme, già note nell’antichità, oggi riconosciute come “archetipi”, ossia figure appartenenti ad una conoscenza innata, poiché presenti in natura.

Cerchio, triangolo, rombo, esagono, pentagono, fiore della vita, ragnatela, stella di Davide, Sephirah, spirale, evolvente… sono tutte forme geometriche riconosciute dall’umanità come figure che, poiché scaturite dalle regole dettate dagli impulsi elettromagnetici dei moti sincronici esistenti tra Terra e Sole, compongono immagini che gli antichi deducevano dalle forme presenti in natura e costituivano il repertorio della “geometria sacra”.

Secondo i sistemi modulari la medesima forma si ripete alle diverse scale dimensionali, pertanto il modello della macro-cella geomorfologica lo si ritrova sia sulla grande scala mondiale e sia sulla minima scala locale, secondo una regolarità di tipo proporzionale riconducibile al modello di forme di tipo “frattale”.

Fig. 8– 9– 10: Celle geomorfologiche a diverse scale dimensionali, che modellano la litosfera mondiale secondo un modello che è presente in natura e che ha trovato la sua descrizione nell’elaborazione al computer del “Frattale di Mandelbrot”, generato da una funzione matematica.

CELLE GEOMORFOLOGICHE E TERREMOTI
La teoria con la quale ci prefiggiamo l’obiettivo di dimostrare che la dinamica sismica si verifica puntualmente all’interno di celle geomorfologiche sature di elettromagnetismo distruttivo è verificata con un monitoraggio della saturazione energetica delle celle geomorfologiche e la conseguente registrazione dei terremoti scaricati al suo interno.

L’obiettivo ultimo di tale operazione consiste nell’elaborare anche per le macro-celle un progetto-pilota di un’antenna antisimica, sull’esempio del progetto già elaborato per il Salento e basato su un “codice ærmonico”.

 

– Progetto di un’antenna da collocare nei centri delle celle geomorfologiche, basato sul “codice ærmonico” specifico della penisola salentina, per rendere coerenti le onde di flusso di elettromagnetismo (www.synergetic-art.com).

Manifesto “Archetipi e celle geomorfologiche”
presentato da Marisa Grande alla “I Conferenza ISPRA – Policoro 2010”
(Elaborazione grafica di Marco Sarcinella sulla teoria di Marisa Grande)

Celle geomorfologiche con indicazione dei terremoti registrati in area euroasiatica.

Per approfondimenti:

1 M. Grande, L’orizzonte culturale del megalitismo, Besa 2008.

2 M. Grande, Dai simboli universali alla scrittura, Besa 2010.

3 M. Grande, La precaria armonia del Cosmo, Besa 2012.

Marisa Grande