14 marzo (3,14): ricorrenza della data di nascita di Einstein

” L’IDEA DI COSMO”- tra visibile e invisibile

di Marisa Grande

Per dimostrare la connessione tra Arte-Scienza sarà posta l’attenzione sull’idea di un Universo concepito come ordinato, equilibrato e armonico, un’idea molto precoce di Cosmo, reso tale dalle facoltà meta-cognitive dell’essere umano, in virtù delle quali egli può superare le incertezze derivate da una Natura caotica e ostile alla sopravvivenza.

La Cosmologia, come Filosofia perenne, insita nel pensiero dell’essere, offrì la possibilità di estendere i limiti della conoscenza nell’ambito dell’invisibile, quando permise allo scienziato Einstein di ipotizzare l’esistenza di onde gravitazionali nell’Universo in un’epoca in cui i mezzi tecnologici disponibili non ne permettevano la verifica sperimentale.

Le facoltà meta-cognitive, tanto dello scienziato, quanto quelle dell’artista, dimostrano come, avvalendosi l’uno delle formule matematiche e l’altro delle forme della geometria -entrambi linguaggi universali- si è potuto supplire con l’intuizione alla mancanza di visibilità diretta, poiché  le onde gravitazionali, interagendo con le altre forze note, contribuiscono a  comporre il quadro generale di un  modello di Universo non più statico, ma dinamico e complesso.

MARISA GRANDE MARISA GRANDE – L’IDEA DI COSMO X LAICA 30 NOV. 2018 – VERSIONE CON OPERE 27 11 2018 . odp

In ricordo del terremoto con tsunami in Giappone dell’11 Marzo 2011

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Il Giappone nell’11 marzo 2019 ricorda l’ottavo anniversario del disastro naturale che colpì il paese.

L’11 marzo 2011 un terremoto di magnitudo 9.0 della scala Richter, seguito da uno Tsunami con onde alte 10 metri dalla velocità di 750 chilometri orari, provocò un disastro nucleare a causa dell’impatto delle onde contro la centrale di Fukushima-Daichii. Il disastro naturale causò 18.000 morti.

Nel 2004 fui invitata a relazionare in un Simposio mondiale organizzato a Cagliari dall’Associazione “Non solo Terra”. Erano presenti, tra gli altri, anche molti nativi americani, Navaho e Atzechi, i quali, come i Maya, nelle loro epoche non si curavano del valore venale dell’oro, ma sapevano impiegarlo per favorire la coerenza e il passaggio dei flussi elettromagnetici, mentre impiegavano la mica, trovata tra le vestigia delle loro città, per interromperli.
In quell’occasione, il 12 Dicembre 2004, presentai il resoconto dei miei studi relativi alla logica impiegata per la distribuzione dei megaliti nel mondo, sia seguendo su scala planeteria una griglia elettromagnetica terrestre con maglie a forma di losanghe geodetiche, determinata dalla moto sincronico intercorrente tra il campo magnetico solare e il campo magnetico terrestre, e sia alle diverse scale geografiche, seguendo la configurazione a celle geomorfologiche circolari, vibranti ad armonica sei per effetto dei flussi di elettromagnetismo provenienti dal nucleo fino in superficie attraverso i centri delle corrispettive celle geomagnetiche. Si trattava di un’ipotesi di lavoro che poteva essere applicata alle mappe dei terremoti per conoscere la dinamica sismica, per comprendere se vi fosse una specifica regolarità insita nella correlazione, anche a grandi distanze, tra i terremoti per effetto dei fenomeni di risonanza all’interno della Terra. Il tutto basato sul principio emergente della Scienza del Caos che, a partire dagli anni Ottanta, aveva modificato il pensiero nelle varie branche del sapere che interessano tanto la micro, quanto la macroscala. Secondo tale scienza anche la Terra corrisponde ad un sistema complesso dinamico e aperto nel quale sono possibili le correlazioni tra tutte le sue parti, che interagiscono con le condizioni interne ed esterne al sistema in stato di sempre latente equilibrio precario.
Affinchè si potesse parlare di Teoria relativa alla conoscenza della dinamica di propagazione dei terremoti erano, però, necessarie verifiche sperimentali ripetute nel tempo ed un argomentato saggio come “La precaria armonia del cosmo” che mi fu pubblicato da Besa nel 2012.
La prima verifica, drammaticamente eclatante, si ebbe già solo quattordici giorni dopo, quando il 26 Dicembre 2004 un catastrofico terremoto di M 9.3 si verificò ai margini della cella geomagnetica e geomorfologica indonesiana per il prolungamento dell’apertura di una lunga faglia sottomarina, che segue la curva della circonferenza massima delle terre emerse, formanti archi di fuoco per effetto della subduzione, molto attiva lungo l’arco della fossa corrispondente.
Le conseguenze di quel movimento sismotettonico furono devastanti per uomini e cose, anche a causa dello tsunami che si propagò nell’intero Oceano Indiano.
I terremoti nel mondo sono innumerevoli, anche se pochi, per fortuna si manifestano con tale devastante intensità da sconvolgere gli abitanti dell’intero pianeta, che in quelle occasioni si considerano impotenti di fronte a tali distruttive calamità.
Dagli ultimi decenni in poi si è registrato un incremento notevole di terremoti dall’intensità molto levata, fino a raggiungere e, a volte, superare la magnitudo 9 della scala Richter.

Ricordiamo rilevanti terremoti in Cile, Los Angeles, Indonesia, Haiti, Giappone …

Le mappe pubblicate su questo blog dal 2012 in poi corrispondono alle continue verifiche della “Teoria delle celle geomorfologiche” che, se applicata, permetterebbe -insieme ai mezzi già in uso per l’osservazione e la registrazione dei movimenti sismici e  ai sensori preposti all’allarme tsunami- di  monitorare i centri delle celle geomagnetiche mondiali e locali per misurare in tempo l’eccessiva emissione di elettromagnetismo, che è la causa fondamentale dei terremoti.  

                                                                                                                              (Marisa Grande)

 

 

 

In ricordo dell’archeoastronomo Sebastiano Tusa

Nel disastro aereo accaduto due giorni fa in Etiopia è morto Sebastano Tusa.
Fu uno dei primi archeologi ad accettare e praticare l’archeoastronomia.
Partecipò al convegno internazionale IISL “Archeoastronomia: un dibattito tra archeologi ed astronomi alla ricerca di un metodo comune”, portando alla sessione di Genova (8-9/02/2002), con Giorgia Foderà Serio, la relazione “Rapporti tra morfologia ed orientamento nelle architetture rituali siciliane dal IV millennio al II millennio” e, da solo, alla sessione di Sanremo (1-3/11/2002), la relazione “Prospettive archeoastronomiche nella preistoria siciliana”.
Questi studi erano il risultato della campagna di misurazioni condotta da Michael Hoskin nel bacino occidentale del  Mediterraneo per dodici anni e confluiti nel suo libro “Tombs, temples and their orientations”, Ocarina Book, Oxford, UK, 2001 (traduzione italiana: “Stele e stelle”, Ananke, Torino, 2006): 
Sebastiano Tusa e Giorgia Foderà avevano accompagnato e guidato Michael Hoskin nella  campagna di studio dei megaliti siciliani.
Favorì le ricerche archeoastronomiche di de Santis a Pantelleria.
Collaborò con gli archeoastronomi siciliani.
Con Sebastiano Tusa se ne va, dopo Vittorio Castellani, Tiziano Mannoni, Maurizio Tosi e Francesco Vito Polcaro, un altro grande amico dell’archeoastronomia italiana.
Archeoastronomia Ligustica
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Inviato da: Archeoastronomia Ligustica <archeoastronomialigustica@gmail.com>

PALEO E ARCHEOASTRONOMIA CULTURALE – La grande Madre astrale e Orione –

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Articoli scritti da Marisa Grande in
1) in occasione del 49° anniversario della scoperta della Grotta dei cervi di Porto Badisco presso Otranto (Lecce):
2)  “La sacralità delle grotte”
3)  La Grande Madre: