Attività solare

il 18 ottobre 2023 avevo fatto riferimento alla scoperta di una prova di una super eruzione solare avvenuta 14.330 anni fa e di come un’attività molto intensa del sole, che enmette tali eruzione, possa considerarsi anche concausa del riscaldamento globale.

Questa la citazione fatta nell’articolo pubblicato in Corriere salentino con il titolo: “Il linguaggio simbolico del paleoclima” :

Tra le cause esogene può essere annoverata anche una immane eruzione solare che colpì la Terra 14.300 anni fa, facendo riferimento ad una recente notizia avente come titolo “L’albero dell’Apocalisse”, poiché contiene nel suo tronco le tracce di ossido di piombo lanciate nell’atmosfera insieme alle cariche elettriche di una super eruzione solare di tale intensità che il campo magnetico terrestre riuscì a stento a mitigare e a contenere. Tale attività molto intensa del Sole contribuì, quindi, a innalzare la temperatura della Terra, così che 14.000 anni fa il “nastro trasportatore delle acque profonde degli oceani”, interrotto durante la fase glaciale, si rimise in moto e la corrente atlantica del Golfo, mitigando ulteriormente il clima, fece sciogliere più rapidamente i ghiacciai.

In seguito, in data 25 ottobre 2023, è rimbalzata la notizia della spettacolare aurora boreale registrata sulle Prealpi bergamasche.

Riporto un articolo interessante che spiega le motivazioni per cui è possibile il raro fenomeno della visibilità delle aurore boreali anche alle quote basse come quelle italiane.

27 Settembre 202315:00

Aurore boreali sulle Alpi, come mai il fenomeno è stato visibile in Italia

Nella notte del 25 settembre lo spettacolo dell’aurora boreale ha tinto di rosso i cieli di Lombardia e Alto Adige: un fenomeno raro ma non impossibile, dovuto probabilmente alla quota elevata del fenomeno.A cura di Filippo Bonaventura

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Aurore boreali sulle Alpi, come mai il fenomeno è stato visibile in Italia

ImmagineL’aurora vista dalla vetta del Monte Pora, nelle Prealpi bergamasche.

Credits: Centro Meteo Lombardo.

Webcam posizionate nella zona del Bergamasco e della Val Pusteria, al confine con il Tirolo austriaco, hanno registrato un cielo tinto di rosso nella notte del 25 settembre, con un picco verso le 4 del mattino. La conferma del fatto che si tratti di aurore boreali arriva dall’avvistamento di aurore simili (rosse e molto basse sull’orizzonte nord) nello stesso momento anche in Francia e Cechia. Le aurore erano visibili dalle webcam per via della loro elevata sensibilità e dell’alta esposizione, ma è possibile che fossero visibili anche a occhio nudo in alta quota in condizioni di cielo particolarmente limpido. Ma se le aurore boreali sono generalmente verdi, perché queste appaiono invece di colore rosso? Ma soprattutto, cosa ci fanno delle aurore boreali alle nostre latitudini? Questi avvistamenti sono in effetti davvero insoliti, perché alle latitudini del nord Italia è molto raro vedere aurore boreali, soprattutto considerando che il Sole in quel momento era relativamente “tranquillo”. Cerchiamo dunque di capire che cosa è successo.

ImmagineL’aurora vista dal Plan de Corones nel cielo sopra Brunico, in Alto Adige. Credits: foto–webcam.eu.

Perché l’aurora boreale sulle Alpi era rossa e non verde

Tutto nasce dal Sole. Gli strati più esterni dell’atmosfera della nostra stella perdono continuamente materiale sotto forma di particelle cariche: questo flusso prende il nome di vento solare. Queste particelle (principalmente protoni ed elettroni) interagiscono poi con la magnetosfera terrestre, che le devia nei pressi dei Poli, dove le linee del campo magnetico convergono.

non perderti questo articolo aurora-boreale-alpiAurora boreale sulle Alpi? Facciamo chiarezza sulla foto virale scattata in Italia Di Stefano Gandelli

Generalmente il campo magnetico terrestre fa da “scudo” nei confronti del vento solare, impedendo alle particelle di entrare nell’atmosfera e raggiungere il suolo. Vicino al Polo Nord e al Polo Sud, però, questa “protezione magnetica” è inferiore: le particelle del vento solare entrano in atmosfera e lì interagiscono con gli atomi di ossigeno a quote superiori a 100 km. Questi atomi assorbono energia dalle particelle e la riemettono poi sotto forma di luce, “accendendo” così le aurore polari. Quando immaginiamo un’aurora boreale, tipicamente la immaginiamo di un bel colore verde acceso. Questo è in effetti il colore più comune delle aurore. È dovuto all’interazione del vento solare con le molecole di ossigeno nell’atmosfera a quote tra 100 km e 300 km circa. Quando l’attività solare è più intensa, le particelle cariche possono interagire con l’ossigeno più in quota, tra i 400 km e gli 800 km circa, dove non è più organizzato in molecole ma in singoli atomi. Questa interazione è responsabile delle aurore rosse. Essendo queste più alte sono visibili molto più lontano, fino a migliaia di chilometri di distanza, fino a latitudini relativamente basse come le nostre. Ecco perché le aurore avvistate nei giorni scorsi nel Bergamasco e in Alto Adige erano rosse, e in generale nei rari in cui si può osservare un’aurora in Italia questa è quasi sempre rossa.Immagine Aurora rossa e verde. Come si nota, la porzione rossa è più ad alta quota rispetto a quella verde.

Perché l’aurora boreale era visibile dall’Italia

In tutto questo però c’è un piccolo punto interrogativo. Tipicamente le aurore visibili a basse latitudini sono dovute a un’attività solare elevata e sono associate a tempeste geomagnetiche, cioè perturbazioni più o meno significative del campo magnetico terrestre. La scala che misura il disturbo del campo magnetico terrestre si chiama indice Kp e va da 0 a 9: 0 significa che è tutto tranquillo, 9 indica una tempesta solare estrema. Per vedere aurore alle nostre latitudini serve un indice Kp di 8 o 9. Nel momento però in cui sono state avvistate queste aurore, però, l’indice Kp si aggirava attorno a valori decisamente inferiori, di circa 6. Questo è insolito; la visibilità delle aurore in Italia era quindi probabilmente dovuta al fatto che si trovavano a quote particolarmente elevate.

Il legame con le aurore degli USA

Queste non sono le uniche aurore viste di recente a basse latitudini: nei giorni scorsi, per esempio, sono state avvistate aurore nel Midwest degli Stati Uniti.

Non c’è però una connessione diretta tra i due eventi: le aurore americane erano state prodotte da un’espulsione di massa coronale avvenuta nel Sole il 16 settembre, mentre quelle avvistate in Italia derivano da una serie di eruzioni solari avvenute tra il 20 e il 23 settembre. Il collegamento però è indiretto, poiché il Sole sta attraversando una fase di attività piuttosto intensa, dando così origine a un’elevata frequenza di tempeste geomagnetiche che, qui sulla Terra, finiscono per tradursi in aurore polari.

Fonti
Rare Red Auroras

https://www.geopop.it/aurore-boreali-sulle-alpi-come-mai-il-fenomeno-e-stato-visibile-in-italia/
https://www.geopop.it/

Triennale di Roma 1/15 12 2023

“la poetica delle differenze alla ricerca di un nuovo umanesimo”

“la bellezza di un mondo nuovo nell’arte”

Invito personalizzato, fatto realizzare dalla curatrice Dott.ssa Stefania Pieralice, che mette in evidenza la mia partecipazione alla Triennale di Roma che sarà inaugurata alle ore 16 del 1° dicembre 2023 presso i “Musei di San Salvatore in Lauro” del pio Sodalizio dei Piceni, piazza S. Salvatore in Lauro 15, Roma

Ringrazio molto,

Marisa Grande.

SCHEDA TECNICA DELL’OPERA PITTORICA “BI-VERSO” CHE SARA’ ESPOSTA ALLA TRIENNALE DI ROMA:

  • Autore: MARISA GRANDE
  • Titolo: “BI-VERSO”
  • Tecnica: olio su tela
  • Dimensioni: cm 90×80
  • Anno 2015 –

LINGUAGGIO LETTERARIO PARALLELO AL LINGUAGGIO PITTORICO

Segue un breve scritto esplicativo dell’opera che sarà esposta, in quanto ho inteso da sempre correlare tra loro più linguaggi creativi.

Privilegio il parallelismo tra il pittorico e il letterario (prosa o poesia) quale base per una immediata comunicazione, senza tuttavia limitare la libertà di adottare tutte le proprie chiavi interpretative per la lettura iconografica e iconologica dell’opera pittorica, che ognuno potrà fare personalmente a contatto diretto, accogliendo l’invito a visitare la Triennale di Roma dall’1 al 15 dicembre 2023

L’opera, dal titolo “BI-VERSO”, rientra in una serie nella quale ho trattato il concetto di “dualità” derivato da quella primordiale scissione della simmetria con la quale l’originaria Singolarità ha dato vita a tutto l’Universo e agli infiniti universi che lo compongono.

  • BI sta per “bio” e per “due”, sta per “vita biologica” che scaturisce dalla dinamica dell’abbinamento delle “dualità simili e complementari”; sta per “energia vitale” e per “benessere” derivati dal rispetto delle integralità dell’essere umano, unico e distinto nelle dualità interagenti in reciproca coordinazione.
  • VERSO sta per “proiezione reciproca” da sé verso l’altro -e viceversa-; sta per “vettore di elevazione mentale e spirituale verso altre dimensioni”; sta per progressivo sviluppo di un iter evolutivo dell’essere verso una “Realtà Superiore”, sta per recupero della platonica “reminiscenza prenatale della conoscenza dell’Ente Supremo”, per annullare la tendenza “all’amnesia individuale e collettiva”, che disorienta e destabilizza.
  • BI-VERSO sta per “biunivocità”, “reciprocità”, “coordinazione”, “cooperazione”, “solidale corrispondenza”, per “naturale sviluppo biologico delle percezioni sensoriali”, sta per “Realtà naturalmente aumentata” (N.A.R); per progressivo accesso sensoriale e intellettivo alla “Realtà insita dell’essere-Uomo”, riflesso terreno, in biunivoco rapporto diretto, con la Singolarità della “Realtà Suprema”.

Marisa Grande

Movimento culturale SYNERGETIC ART 90

“nell’universo se un punto vibra, tutto il cosmo vibra, la Synergetic art intende essere quel punto che vibra”
  • Synergetic art è l’estensione della filosofia che alimenta la produzione creativa di Marisa Grande, la quale si esprime in vari ambiti dell’arte visiva e storico-artistica.
  • Synergetic art ha finalità etico-morali, sui cui principi basa l’idea di una riformulazione sistemica del sapere e delle interrelazioni culturali, per orientare alla filosofia di una cultura condivisa da un’umanità pacifica che rispetta la vita in tutti i suoi aspetti e gli ecosistemi da cui essa è strettamente dipendente

(brani tratti dal Manifesto del Movimento culturale Synergetic art del 1990)

UMANESIMO: CULTURA PER LA VITA

Marisa Grande “Artista per la pace nel mondo ” 1991

Marisa Grande “artista per la pace” 2022

Il linguaggio simbolico del paleo clima

Il linguaggio simbolico del paleo clima

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Il linguaggio simbolico del paleo clima

di Marisa Grande

18 Ottobre 2023

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Un linguaggio simbolico, nel quale, a saper leggere, vi è criptata la storia del paleo clima, ha avuto origine nel più lontano Paleolitico.

Si tratta di un linguaggio iconico, che ha permesso a quegli uomini che l’hanno elaborato di muoversi e circolare per le vie nel mondo senza grandi difficoltà, di allontanarsi dal già conosciuto e di esplorare nuovi luoghi. Conoscendo tale linguaggio essi hanno potuto diffondere anche un sapere di facile e immediato apprendimento, utile in caso di spostamenti rapidi, di emergenze climatiche, di contatti inattesi con estranei non parlanti una medesima lingua.

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Possiamo, perciò, dedurre da quelle primitive forme schematiche, elaborate sin dal Solutreano, che gli artefici di quel linguaggio essenziale furono uomini in movimento alla ricerca di habitat favorevoli alla sopravvivenza. Essi si allontanavano da quei territori centro-europei inondati da fiumi in piena, formanti laghi glaciali nelle aree depresse, dovuti allo scioglimento rapido della grande coltre della Glaciazione Würm a seguito delle modificazioni climatiche, più mitigate rispetto al massimo glaciale già raggiunto e superato.

Nei millenni successivi a quell’acme climatico glaciale del 17.500 a.C, durante i quali si era svolto un relativamente lento discioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai continentali, con l’incremento delle temperature dovuto a cause esogene ed endogene del pianeta, alcuni super vulcani esplosero.

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Tra le cause esogene può essere annoverata anche una immane eruzione solare che colpì la Terra 14.300 anni fa, facendo riferimento ad una recente notizia avente come titolo “L’albero dell’Apocalisse”, poiché contiene nel suo tronco le tracce di ossido di piombo lanciate nell’atmosfera insieme alle cariche elettriche di una super eruzione solare di tale intensità che il campo magnetico terrestre riuscì a stento a mitigare e a contenere. Tale attività molto intensa del Sole contribuì, quindi, a innalzare la temperatura della Terra, così che 14.000 anni fa il “nastro trasportatore delle acque profonde degli oceani”, interrotto durante la fase glaciale, si rimise in moto e la corrente atlantica del Golfo, mitigando ulteriormente il clima, fece sciogliere più rapidamente i ghiacciai.

Le genti dell’area euroasiatica centrale ed atlantica 13.000 anni fa dovettero, perciò, ripararsi dal devastante innalzamento del livello delle acque degli oceani di 120 metri rispetto al livello della fase glaciale würmiana, durante la quale, e per la sua durata di 125.000 anni, la maggior parte delle acque marine era rimasta intrappolata nelle vaste coltri di ghiaccio che nell’emisfero boreale si erano estese fino al 45° parallelo Nord.

Il paleo clima nel Mediterraneo

Di fronte al pericolo di una attuale intensificata attività dell’apparato vulcanico dei Campi Flegrei, facciamo un passo indietro nel tempo e constatiamo che nello scandire il tempo del paleo clima possiamo fare riferimento anche alle sue super eruzioni.

Risale a 15.000 anni fa il “Tufo giallo napoletano” emesso nella sua più recente super eruzione.

Quella denominata della “Ignimbrite campana” avvenne invece 39.000 anni fa, ossia nel momento del passaggio dalle stagioni retrograde precessionali Estate (30.987 a.C. – 37-654 a.C.) all’Autunno (37.654 – 44.321 a.C.), durante il quale si estinse l’Homo Sapiens Neandertaliano.

Facendo un passo ancora più indietro, possiamo risalire all’inizio dell’attività dei Campi Flegrei, cioè a 80.000 anni fa, ossia nella fase di transizione da una stagione retrograda all’altra. In tal caso il passaggio dall’Inverno alla Primavera precessionali, ascrivibile al 77.654 a.C, vale a dire a 79.654 anni fa, facilmente rapportabile agli 80mila anni fa, data d’inizio della sua formazione.

Emerge che tale scenario, che si determina ad intervalli millenari, ha ritmato anche il tempo delle quattro stagioni retrograde che ogni seimila anni si alternano nel grande ciclo della precessione degli equinozi, così che anche durante la Grande Glaciazione Würm si sono potuti avere momenti di modificazioni climatiche, più temperate rispetto a quelle glaciali, a causa di eccessi di calore endogeno del pianeta, che favoriva l’attività vulcanica e quella sismo tettonica, provocando conseguenti estinzioni di massa nelle specie di molti esseri  viventi.

Queste date rappresentano per noi dei momenti in cui le condizioni ambientali ingestibili dall’essere umano spinsero gli abitanti ad abbandonare rapidamente quei luoghi inospitali e percorrere il mondo in più direzioni alla ricerca di condizioni favorevoli alla vita.

Se tali migrazioni contribuirono a far conoscere il mondo quando gli abitanti della Terra erano pochi, poteva essere soddisfatta anche la loro ancestrale aspirazione a percorrerlo e a usufruire delle sue risorse naturali senza intaccare l’equilibrio ambientale di cose e persone e senza entrare in conflitto con i propri simili, a differenza di oggi, periodo in cui l’incremento demografico e la carenza di risorse generano conflitti insanabili e inauditi esempi di disumana violenza.

Il complesso scenario attuale

Constatiamo anche oggi che il calore in eccesso sollecita l’attività dei vulcani formati per subduzione ai bordi delle placche tettoniche della superficie terrestre e dei molteplici punti caldi come quelli delle Hawaii e di Hunga Tunga nel Pacifico, dello Yellowstone nell’America del Nord, dell’isola di Reunion nell’Oceano Indiano, oltre che il citato apparato vulcanico dei Campi Flegrei in Italia.

Dalla storia della loro attività sappiamo che nei millenni le loro super-eruzioni influenzarono molto incisivamente il clima e influirono sul destino di molta parte dell’umanità. Attivati dal calore e dall’elettromagnetismo che si generano per attrito tra nucleo e base del mantello della Terra, quando questa tende a rallentare il proprio moto perché oscilla violentemente intorno al suo asse eccessivamente inclinato, le loro eruzioni ne dissipano il calore endogeno, ma lo immettono nell’aria e, innescando una reazione a catena tra i minerali fusi del magma e quelli gassosi dell’aria, modificano sensibilmente e ulteriormente anche il clima globale del già surriscaldato pianeta.

Aggiornamento rilevanti movimenti sismici

RECENTI RILEVANTI MOVIMENTI SISMICI NEL MONDO

M 5.2 KERMADEC ISLANDS REGION 2023-10-17 21:52:16 Depth: 10 km

M 4.6 TURKMENISTAN 2023-10-17 19:17:35 Depth: 10 km

M 5.4 SOUTHERN IRAN 2023-10-17 16:26:50 Depth: 9 km

M 4.4 SOUTHERN GREECE 2023-10-17 14:51:10 Depth: 65 km

M 5.6 SOUTHEAST OF LOYALTY ISLANDS 2023-10-17 13:40:34 Depth: 15 km

M 5.3 SOUTHERN IRAN 2023-10-17 08:22:13 Depth: 11 km

M 5.4 SOUTHERN IRAN 2023-10-17 04:59:23 Depth: 10 km

M 5.6 SOUTHERN IRAN 2023-10-17 05:10:05 Depth: 20 km

Il 16 ottobre 2023 è stata diffusa anche la notizia dalla locale emittente pubblica NHK cdi unaforte scossa sismica di M 6.0 nell’Isola di Miyako, nel sud-ovest del Giappone.

M 6.4 ANDREANOF ISLANDS, ALEUTIAN IS. 2023-10-16 11:35:31 Depth: 188 km

M 5.7 SOUTHWESTERN RYUKYU ISL., JAPAN 2023-10-16 10:42:12 Depth: 25 km

M 4.7 INDIAN OCEAN TRIPLE JUNCTION 2023-10-16 10:05:50 Depth: 14 km

M 5.2 FIJI REGION 2023-10-16 08:46:10 Depth: 10 km

M 5.3 WESTERN IRAN 2023-10-15 11:15:38 Depth: 11 km

M 5.2 NEAR EAST COAST OF KAMCHATKA 2023-10-16 06:48:35.6 UTC Depth 60 km

Dinamiche sismotettoniche correlate

Le rilevanti scosse sismiche, alcune di magnitudo superiore a 6.0, e che hanno interessato l’area asiatica (Giappone, Taiwan, Cina, Nepal, Afghanistan, non possono non generare ripercussioni sulle aree sensibili per il contrasto tra i bordi della placca continentale euroasiatica e le adiacenti frammentate placche minori, come quella indonesiana della Sonda, quella indiana, quella araba, che si susseguono dislocate attraverso il lungo il fronte di collisione che va dall’Oceano Pacifico al mare Mediterraneo.

La placca anatolica molto compressa, a causa della sua posizione che la incunea tra due placche contrastanti, ricevendo notevoli spinte provenienti da nord e impresse dalla placca euroasiatica e quelle provenieni da sud impresse dalla placca araba, ha subito nel febbraio 2023 uno scivolamento epocale verso il mare Egeo, che ha provocato molto rilevanti e ripeturi movimenti sismici che si sono rivelati devastanti per Turchia e Siria con conseguenti, ma più mitigate, ripercussioni anche sulle terre del Bacino del Mediterraneo. Queste sono anche ripetutamente sottoposte alla spinta verso est proveniente dall’espansione della Dorsale atlantica settentrionale e media, che incide sui versanti occidentali dell’Europa e orientali delle Americhe, e quella media e meridionale, che incidono sul versante occidentale dell’Africa.

M 5.4 CENTRAL MID-ATLANTIC RIDGE 2023-10-14 08:29:35 Depth: 10 km

Interessata, nel suo versante orientale anche ai frequenti movimenti sismotettonici del sud Atlantico e dell’Oceano Indiano, la placca africana contribuisce ad intensificare le spinte verso nord-est che incidono sul versante occidentale del Mediterraneo, attivando il perpetuarsi di uno scenario sismo tettonico ciclico.

M 6.0 WESTERN INDIAN-ANTARCTIC RIDGE 2023-10-13 03:44:34 Depth: 10 km

M 4.7 CARLSBERG RIDGE 2023-10-13 22:35:17 Depth: 10 km

M 4.8 SOUTH SANDWICH ISLANDS REGION 2023-10-14 05:25:03 Depth: 10 km

La penisola Italica accoglie le spinte che la comprimono da più parti, ma la frammentarietà geologica del suo territorio è tale che spesso le ammortizza, così che difficilmente i moti contrastanti che oppone sui molteplici fronti di scontro siano tali da provocare eccessi nel rilascio di energia sismica, a parte casi eccezionali di rilevante accumulo di energia su faglie silenti per lunghi periodi di tempo.

Le ripetute scosse sismiche (otto nelle 24 ore trascorse) nell’area piacentina, limitate entro M 3.7, indicano l’attività prevalente della cella geomagnetica che nell’articolo che segue cito con il nome di Alpe di Succiso, interagente con l’attività delle sei celle adiacenti.

M 3.7 NORTHERN ITALY 2023-10-13 07:25:22 Depth: 24 km

DOSSIER

Inserisco un articolo che descrive la dinamica sismo tettonica che interessa il territorio italico, che ho ritrovato dopo diversi anni dalla sua pubblicazione.

Cercando Monte Tezio ho trovato un mio articolo scritto su “Scienza e conoscenza” in data 1/01/2016, riportato anche da:

http://www.altrogiornale.org/news.php

Dinamiche geologiche e terremoti in Italia

di Marisa Grande

I precari equilibri geologici dell’Italia dipendono dalle interazioni dinamiche tra la placca europea e la placca africana, che continuano a collidere sin dalle ere geologiche remote, durante le quali hanno dato il via all’orogenesi delle catene montuose delle Alpi e degli Appennini. Dal modello elaborato per studiare il comportamento cinematico delle due placche continentali risulta che la quella africana si muove in modo frontale, con un lieve orientamento in direzione nord-est, verso quella euroasiatica, che le oppone resistenza da nord-ovest. Il fronte di separazione interessa longitudinalmente tutto il territorio italico, poiché la placca europea occupa il versante ovest dello stivale e la microzolla adriatica, già propaggine della placca africana, il versante est, la Pianura padana e le Prealpi. La placca europea spinge verso est le zolle tettoniche minori che le appartengono, quali l’iberica e la tirrenica, a causa della spinta che riceve sul suo versante occidentale dall’espansione della dorsale atlantica, che nel suo moto estensivo comprime le placche oceaniche adiacenti, generando terremoti a catena nel mondo.

La placca africana, interessata dalla spinta impressa dal tratto meridionale della stessa dorsale atlantica, mette in moto anche la zolla ionico-adriatica, che corrisponde ad una sua remota propaggine staccatasi dalla placca-madre sette milioni di anni fa. Nella sua estensione verso nord-ovest la zolla adriatica comprime la catena degli Appennini situata ad ovest, la catena delle Alpi Dinariche ad est sul versante orientale dell’Adriatico e, comprendendo tutta la Pianura padana, spinge verso nord l’arco della catena delle Alpi orientali e centrali. Raggiunte la Alpi occidentali, con un movimento che si svolge intorno ad un polo situato nel bacino ligure occidentale, ripiega in direzione sud. Tale rotazione antioraria della zolla adriatica è attiva da due milioni di anni ed è dovuta alla resistenza opposta al suo moto dalla più stabile area continentale europea, che la spinge da nord-ovest. In tal modo l’adriatica finisce per esercitare anch’essa una spinta verso sud-est, agendo proprio nella direzione opposta a quella della placca africana, da cui prende comunque origine il suo moto e imprimendo anche all’Italia il suo moto di rotazione antiorario. La zolla tirrenica, sottoposta alle sollecitazioni provenienti da tutte le direzioni, ammortizza le spinte maggiori attraverso il vulcanismo sottomarino e di superficie che interessa il Tirreno meridionale e che rappresenta la valvola di sfogo dell’energia termica ed elettromagnetica concentrate su di essa.

I vulcani che si aprono in superficie sono collocati sul bordo del territorio italico meridionale, dislocati in un arco di terre emerse che comprende la Sicilia, la Calabria e la Campania. Insieme ai vulcani marini Ustica e Vavilov, quelli continentali formano un sistema ad anello di fuoco in espansione, il cui centro risiede nel vulcano sottomarino Marsili. Il Marsili, con le sue dimensioni di chilometri 70 x 40, corrisponde ad una dorsale che fa assumere al Tirreno le caratteristiche di un oceano. Con il suo orientamento da sud-ovest verso nord-est, il lungo vulcano indica direzione ed entità di scorrimento del Tirreno meridionale, che si espande in misura maggiore rispetto al Tirreno settentrionale. La Sicilia, la Calabria, la Campania, appartenenti alla placca europea e disposte ad arco intorno al bacino tirrenico, sono anche aree sismiche già colpite da terremoti di elevata magnitudo, come quelli di Nicastro nel 1636, di Messina nel 1908 e dell’Irpinia nel 1980. L’Italia centrale rappresenta invece un fronte roccioso alquanto stabile, che oppone resistenza alle spinte e controspinte delle placche grandi e piccole, fino a quando, però, l’accumulo di energia sismica non è tale da provocare le aperture di nuove faglie o da prolungare quelle preesistenti, come la faglia di Paganica, responsabile del terremoto che ha colpito L’Aquila nel 2009.

Il confine tra le due zolle europea e adriatica passa a nord della Pianura Padana, area appartenente alla zolla adriatica e composta dai sedimenti del remoto fondale dell’Oceano Tetide e da quelli alluvionali del Po e dei suoi affluenti. Tale lineamento tettonico, detto Linea Periadriatica, si estende per 1000 chilometri e presenta un sistema di faglie che separano le Alpi centrali dalle Alpi Meridionali. Le Prealpi e le Alpi, pertanto, sono caratterizzate da discontinuità tettonica, con bordi di sottoscorrimento e di estensione e sono incise da numerose faglie. Per questo ultimamente le aree di Parma e di Verona, collocate sul bordo settentrionale e occidentale della Pianura Padana, sono state interessate da una serie di movimenti sismici. Per comprendere la dinamica che genera i terremoti al confine tra le paleocoste dell’Oceano Tetide e di un lembo del suo antico bacino, oggi occupato dalla Pianura padana e appartenente alla placca adriatica in movimento, è pertanto necessario far ricorso al modello geodinamico delle placche tettoniche, ma per comprendere la sismogenetica è necessario invece far riferimento al modello modulare delle celle geomorfologiche circolari. Basato sul modulo dell’anello di fuoco del Tirreno meridionale, tale modello si sviluppa in un sistema di tipo frattale, regolato da una geometria impressa naturalmente alla litosfera. Il centro di ogni cella da cui s’irradia l’energia sismica è costituito da luoghi composti da minerali buoni conduttori e gli epicentri su cui si scarica quell’energia sono invece i punti periferici della cella, caratterizzati da minerali a limitata conduzione magnetica.

La variabilità di quei luoghi dipende dalla diversa configurazione litica del territorio, composta da sedimenti friabili oppure da materiali rocciosi compatti. Questi possono essere giustapposti in blocchi adiacenti poco o molto resistenti alle spinte sismiche che tendono a frammentarli. A generare l’energia sismica nel versante nord della Pianura padana che interessa il territorio veronese è l’elettromagnetismo proveniente dal sottosuolo nell’area di Monte Baldo, la cui altura bilancia la depressione del bacino lacustre del Garda. Nel versante sud-ovest è quello irradiato dal monte Alpe di Succiso, emerso dal fondo dell’Oceano Tetide, che scarica energia sismica nel territorio ligure e nel parmense, già solcato da numerose faglie. Nel versante di sud-est della Pianura padana è invece il Monte Tezio, che scarica la sua energia sismica sull’area di Forlì, il centro che si affaccia sulla paleocosta sud-orientale dell’Oceano Tetide. Il Monte Tezio è il luogo geo-mitologico che ricorda anche nel nome la sua connessione con l’antico oceano, che scomparve per la compressione dovuta a quel titanico scontro remoto della placca europea con quella africana, che otto milioni di anni fa la sovrastò generando le catene montuose, come i Pirenei, le Alpi italiane e le Alpi Dinariche.

http://www.altrogiornale.org/news.php Inviato su Cartine geografiche

Altra rilevante scossa sismica in Afghanistan

Sisma di M 6.3 nel WESTERN AFGHANISTAN oggi 2023-10-11 alle ore 00:41:56 Depth: 10 km, (coord: 34.508; 62.069) e immediata ripercussione con una scossa di di M 5.0 nella stessa area di Herart con una lieve differenza di coordinate, da 34.508 a 34.678; da 62.069 a 62.184, ossia + 170′ e + 115′, con una profondità dda -10 km a – 35 km.

Ciò può fare ipotizzare un prolungamento, ad una maggiore profondità, di una faglia locale.

Dinamica delle interazioni elettromagnetiche dell’area euroasiatica

DOSSIER

RIPORTO DI SEGUITO IL SISTEMA FRATTALE DELLE CELLE EUROASIATICHE E LA DESCRIZIONE DELLA DINAMICA SISMICA TRATTA DALL’ARCHIVIO DI QUESTO BLOG SETTEMBRE 2012.

Archivio mensile:settembre 2012

Interazione elettromagnetica di tipo frattale tra le celle geomorfologiche dell’area euroasiatica

Pubblicato su da synergeticart

Dinamica geologica

Interazione elettromagnetica di tipo frattale tra le celle geomorfologiche dell’area euro-asiatica.


−    CELLA PANNONICA, con centro nel massiccio del Matra, nell’area di Budapest

−    CELLA SUD-TIRRENICA, con centro nel vulcano sottomarino Monte Marsili

−    CELLA EGEA, con centro nel vulcano Santorini

−    CELLA ANATOLICA, con centro nell’area del lago salato Tuz Gölü

−    CELLA RUSSA, con centro nel Lago d’Aral

La CELLA PANNONICA, appartenente alla placca euroasiatica, nella sua espansione verso Ovest, estende la sua azione elettromagnetica includendo anche l’Italia.

−    Le Alpi Dinariche, la costa orientale adriatica, la costa orientale italica, gli Appennini e la costa occidentale italica si configurano, perciò, ad archi paralleli seguendo l’andamento delle circonferenze concentriche in espansione dal centro geo-

elettromagnetico del Matra.

PER LA SITUAZIONE IN ITALIA RIMANDO ALL’ARTICOLO “INTERAZIONE TRA CENTRI DI EMISSIONE DI ONDE SISMICHE”, PUBBLICATO IL 18 FEBBRAIO 2010 DA CORRIERE SALENTINO, CHE RIPORTO DI SEGUITO:

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